Secondo convegno Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro


Domenica 17 aprile si è tenuto presso l’Istituto Cavanis di Roma il convegno, già alla seconda ricorrenza, per ricordare l’apertura al pubblico delle Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro. Quest’anno, difatti, le Catacombe festeggiano il loro secondo anno di apertura. Numerose le persone che hanno partecipato con la loro presenza all’evento. Il relatore principale è stato Mons. Ennio Apeciti, Rettore del Pontificio Seminario Lombardo. Attraverso la lettura delle immagini degli affreschi catacombali, Mons. Apeciti  ha rafforzato il messaggio catechetico che proviene delle catacombe.  Ha iniziato il suo intervento ricordando a tutti come i cimiteri cristiani siano “il luogo della fede, il luogo del coraggio, il luogo della speranza, luogo della carità, della fraternità e della presenza nella società”. È stato ribadito che le catacombe vanno vissute dai cristiani, per eccellenza, come il luogo della testimonianza del cammino della Chiesa dall’inizio della sua formazione come Comunità cristiana.  Mons. Apeciti ha proseguito il suo intervento commentando alcune immagini dei cubicoli delle catacombe. La lettura che ha proposto è stata un lettura accurata e dettagliata, sintattica e sinottica. Troppo spesso, infatti, si è portati a commentare settorialmente gli affreschi senza cogliere così il vero messaggio catechetico e globale, quindi sintattico, che le scene decorative propongono al fedele. Gli affreschi letti a confronto rafforzano il dialogo tra il Vecchio e in Nuovo Testamento. Le immagini, infatti, esaltano e ribadiscono i capisaldi del cristianesimo: la fiducia in Dio, la misericordia di Dio, il coraggio della Fede, l’eucaristia e la Vita eterna.

Il direttore delle Catacombe, Padre Edmilson Mendes, ha dato a tutti il benvenuto al convegno ricordando il grande lavoro dei volontari che dietro le quinte, con amore e in silenzio, collaborano affinché le catacombe siano un patrimonio di arte e fede fruibile a tutti. È intervenuta anche la guida ufficiale delle catacombe, la Dott.ssa Angela Di Curzio, che ha illustrato gli itinerari giubilari proposti quest’anno in catacomba ogni ultima domenica del mese.  Nel discorso si è anche parlato di come la catacomba oggi sia anche un luogo di formazione per gli studenti. Infatti, molte le scuole elencate che collaborano con le catacombe nel progetto didattico alternanza-lavoro.

Il convegno si è chiuso con una riflessione del preposito generale della Congregazione delle Scuole di Carità, Padre Pietro Fietta. Il padre Superiore Generale ha invitato tutti a riflettere sul tema della bellezza degli affreschi e come questa vada associata all’esaltazione della Bellezza di Dio: “la bellezza degli affreschi valorizza ancor di più la Bellezza di Dio”.

 

 

Dott.ssa Angela Di Curzio 

Una #catacomba insospettabilmente vivace

Ormai da un anno, le catacombe dei Santi Marcellino e Pietro “ad duas lauros”, sulla Casilina, sono nuovamente accessibili al pubblico. Gli attenti studi degli archeologi proseguono nelle zone non (ancora) accessibili ai visitatori, ma ciò per cui questo antico, grande e splendido cimitero cristiano si distingue sensibilmente dagli altri è lo stretto legame con la parrocchia sovrastante. E visitandola si ha meno l’idea del museo che quella di una comunità.

di  Angela Di Curzio

            

L

e Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro si trovano a Roma sulla Via Casilina al numero civico 641. Si tratta di un sito archeologico importante per l’estensione e le decorazioni che possiede e per il ruolo che rappresenta. Iniziamo dal fornire informazioni tecniche. Le Catacombe occupano un’area  di 18.000 metri quadrati, ci sono un totale di 17 km di gallerie e la profondità massima raggiungibile è di circa 16 metri. Cunicoli stretti, ampi cubicoli, arcosoli decoratissimi e pitture murali affascinanti si incrociano durante il percorso.

Dopo innumerevoli studi specifici e anni di restauri da parte della Pontificia Commissione d’Archeologia Sacra, le Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro hanno aperto al pubblico da un anno. Le moderne tecniche laser usate per la pulitura degli affreschi permettono oggi al pellegrino di vedere le pareti decorate con i loro colori sgargianti originari. Le Catacombe sulla Via Casilina rappresentano un tesoro unico per quanto riguarda la qualità e la quantità degli affreschi che possiedono. Scelto da abbienti cristiani per la sepoltura, il cimitero è ricco di decorazioni che abbelliscono le pareti dei cubicoli e degli arcosoli. Splendido e simbolico è l’affresco che presenta Cristo seduto in trono. Osservando l’immagine Cristo compare possente al centro della raffigurazione in atto benedicente, al suo fianco i due apostoli: San Pietro e San Paolo.  Intorno al volto del Cristo si leggono le due lettere greche: l’alfa e l’omega, ovvero la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco. Le lettere simboleggiano l’onnipresenza di Cristo dall’inizio fino e alla fine della nostra Vita. Ai piedi del Cristo l’Agnus Dei ricorda il sacrificio di Cristo per Amore dell’umanità. Ai suoi lati schierati in parata i santi eponimi, San Pietro e San Marcellino  insieme a San Tiburzio e a San Gorgonio.

Lo scavo delle Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro avvenne verso la seconda metà del III secolo e si interruppe verso il VI secolo. Migliaia di cristiani furono sepolti. Ovviamente, il sito possiede non soltanto il fascino pittorico straordinario che lo rende unico nel suo genere, ma il luogo è carico di emozione per quello che è stato in passato e che oggi ancora rappresenta nella memoria di ogni cristiano: è un cimitero.

Occuparsi delle sepoltura dei defunti è un rituale importante per ogni comunità religiosa e i cristiani, all’inizio della loro primitiva organizzazione religioso-culturale, hanno trovato nel sistema dello scavo del sottosuolo la pratica più comoda e congeniale adattabile al rispetto del loro credo. Le catacombe sono dei cimiteri sotterranei scavati nel tufo. La prima comunità cristiana si serviva spesso della concessione di appezzamenti di terreno da parti di ricchi convertiti al nuovo credo. La legge romana stabiliva ai proprietari del terreno l’utilizzo in altezza e in profondità dell’intera area di possedimento. Ecco che le comunità romane notando la facilità dello scavo data dalla roccia vulcanica tufacea, pensa bene di servirsi del sottoterra per conservare per inumazione i defunti cristiani risolvendo problemi di spazio ed economici. Il tufo che caratterizza gran parte di Roma, dell’Italia e non solo, è un minerale friabile che, mantenuto umido, risulta facile alla lavorazione. I fossori, gli operai addetti allo scavo delle catacombe dell’epoca, si servivano di semplici piccozze e cofane per scavare nel tufo gli infiniti cunicoli sotterranei. Entrare in catacomba oggi significa anche pensare alle fatiche umane di chi ha lavorato e pensare, con emozione, a tutti i defunti che furono lì inumati, ma anche ai cari che si occupavano della deposizione delle salme e di mantenere vivo il loro ricordo. Infatti, la sepoltura era accompagnata da un rituale di commiato, i refrigera, banchetti festivi dove si mangiava per festeggiare proprio l’incontro dell’anima immortale del deceduto con il Padre.  Le Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro presentano un’ampia sezione dedicata proprio al tema del refrigerium.

Nelle Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro vengono trasmessi anche altri messaggi attraverso le decorazioni: messaggi di resurrezione e di conversione. Basti pensare all’immagine di: Giona e la balena; Daniele nella fossa dei leoni; Noè che esce dall’Arca dopo il diluvio; Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia toccandola con la rupe; Gesù che resuscita l’amico Lazzaro o che moltiplica le ceste dei pani, che guarisce il paralitico, l’emorroissa, la storpia, ecc..

Passeggiando tra gli stretti cunicoli delle Catacombe si cammina nella Fede, quella che ha caratterizzato la prima comunità dei cristiani, ma che indica ancora oggi a tutti noi la strada da seguire: una Fede contraddistinta dalla semplicità e legata alla morte intesa come esaltazione della Vita eterna. Visitare un cimitero cristiano, una catacomba, significa, dunque,  riflettere sulla gioia dell’Incontro che è fonte di speranza di Vita anche dopo la morte corporale.  

 

 

 

in La Croce #quotidiano

Venerdì 8 Maggio 2015, p.6, #cultura

 #INTERVISTA

Una pastorale della catacomba nel XXI secolo: succede qui.

di Angela Di Curzio

 

C

ustodi e titolari delle Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro sono i religiosi della Congregazione della Scuole di Carità ovvero i Padri Cavanis. La Congregazione delle Scuole di Carità, comunemente nota come Istituto Cavanis, venne fondata verso gli inizi del XIX secolo a Venezia da due fratelli Marco e Antonio Cavanis.  L’attuale parroco della Chiesa dei SS. Marcellino e Pietro “Ad Duas Lauros” e direttore delle omonime Catacombe situate accanto alla chiesa, è Padre Edmilson Mendes.

-          Chi è Padre Edmilson Mendes?

Un religioso e sacerdote dell’Istituto Cavanis. Brasiliano e da sei anni in Italia e al momento Parroco della Parrocchia Santi Marcellino e Pietro “ad duas lauros”.

D. Cosa significa gestire una parrocchia e una catacomba?

A me coincidono queste due realtà che sono belle e complesse allo stesso tempo. Significa maggiore attenzione e responsabilità perché tutte e due devono continuare fedeli alla loro missione specifica e completarsi nel cercare e offrire un percorso di evangelizzazione.

D.Perché sono importati per il fedele le catacombe?

Perché la buona novella (Vangelo) si comunica più efficacemente attraverso la testimonianza di chi ha vissuto e scommesso tutto nella fedeltà a Gesù Cristo. E ogni pellegrino trova nella visita alle Catacombe proprio questo segno luminoso e vivo di questa testimonianza e fedeltà.

D. Le catacombe sono anche un’occasione di catechesi, quali sono le iniziative proposte al pellegrino?

Veramente sono un prezioso strumento di catechesi. Abbiamo impostato e organizzato l’itinerario dei pellegrini in modo che sia un’immersione in un passato vivo e fecondo di contenuto cristiano e la fede sia ripresentata in una veste di bellezza e semplicità proprio dei credenti che sono stati messi a dure prove e hanno superato le torture perché affascinati dalla scoperta di una ragione valida per la propria vita: Gesù.

D.Cosa c’è nel futuro delle Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro?

C’è il desiderio di consolidare un’identità sempre più genuina e rilevante tradotta in un percorso di fede e bellezza da proporre ai pellegrini.

C’è il sogno di vedere questo luogo sacro diventare meta di pellegrinaggio per chi cerca una ragione valida per credere in Gesù o conoscere l’origine del fascino che ha sedotto i nostri martiri.

C’è un gruppo di appassionati collaboratori che continueranno a scrivere una storia nuova e attuale a partire da una storia millenaria di cui queste catacombe sono l’espressione più bella e credibile!

C’è uno stupore continuo da esser condiviso con pellegrini del mondo intero.

in La Croce #quotidiano

Venerdì 8 Maggio 2015, p.6, #cultura