Mausoleo di Sant’Elena

Il complesso monumentale

Il mausoleo di S. Elena e le catacombe dei Ss. Marcellino e Pietro costituiscono un complesso monumentale di fondamentale importanza per il quartiere di Tor Pignattara, nel suburbio orientale di Roma.

Nel 2019, dopo lunghi lavori di restauro e allestimento e grazie alla proficua collaborazione tra la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, il Mausoleo è stato finalmente riaperto al pubblico, con la contemporanea inaugurazione di un Antiquarium, allestito al suo interno, a completamento di un percorso di visita che già annoverava, dal 2014, le sottostanti catacombe dei Ss. Marcellino e Pietro, che vantano una delle piú ricche espressioni della pittura paleocristiana giunte fino a noi.

blank
blank

Tra il 315 e il 326 d.C., inaugurando la progressiva e programmatica cristianizzazione del suburbio, Costantino fece erigere una basilica funeraria a deambulatorio continuo, dedicata ai martiri Marcellino e Pietro, sopra la catacomba che ne custodiva i resti al III miglio dell’antica via Labicana (attuale Casilina), nella località ad (o inter) duas lauros, all’interno del possedimento imperiale noto come fundus Laurentus (o Lauretum) e già luogo di sepolcreti lungo l’antica consolare.

Alla basilica era collegato – tramite un atrio rettangolare – un grande mausoleo dinastico, nel quale, intorno al 329 d.C., l’imperatore fece seppellire la madre Elena, all’interno di un grande sarcofago di porfido rosso (oggi conservato ai Musei Vaticani nel Museo Pio Clementino).

Il mausoleo era realizzato in opera laterizia (diametro interno 20,18 m, diametro esterno 27,74 m, altezza conservata 25,42 m), con un basamento cilindrico sovrastato da un alto tamburo e coperto originariamente da una cupola; il crollo di parte della volta ha lasciato in luce ancora oggi due ordini di anfore olearie betiche Dressel 20, dette anche pignatte (da cui il nome del quartiere moderno), inserite nel conglomerato cementizio forse per alleggerirne il peso o agevolarne la solidificazione.

blank

In età medievale, dopo il trasferimento del corpo di Elena in S. Maria in Aracoeli (sotto papa Innocenzo II,1130-1143), e del sarcofago nel portico del Laterano per la tumulazione di papa Anastasio IV (1153-1154), iniziò il lungo declino della struttura, oggetto nei secoli di ripetute spoliazioni delle ricche decorazioni interne e di un progressivo degrado, a cui nemmeno alcuni interventi eseguiti nel 1836 da parte di Giuseppe Valadier riuscirono a far fronte.

blank

A partire dal 1993, dunque, l’allora Soprintendenza Archeologica di Roma avviò un esteso programma di scavo, recupero, restauro e valorizzazione del mausoleo e dell’area circostante, stilando nel contempo con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra un’importante convenzione (rinnovata nel maggio 2019) per le attività di risanamento, l’allestimento di un Antiquarium – all’interno della chiesetta e canonica edificate in età moderna nel perimetro della rotonda – e la gestione dell’intero complesso.

I lavori, condotti da un team di esperti multidisciplinare (progetto museale e restauri: Maria Grazia Filetici, Elio Paparatti; tutela e direzione archeologica: Laura Vendittelli, Anna Buccellato; direzione scientifica per la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra: Fabrizio Bisconti, Raffaella Giuliani), hanno puntato al ripristino della sicurezza strutturale e conservativa degli antichi apparati, rendendo percepibili le trasformazioni del monumento nel corso dei secoli.

Il soggetto militare del sarcofago fa supporre che il sarcofago fosse destinato ad un componente maschile della famiglia imperiale probabilmente Costantino.

blank

L’Antiquarium

L’Antiquarium è stato allestito secondo quattro tematiche principali per la narrazione del contesto territoriale del complesso.

La Sala I è dedicata ai reperti – soprattutto epigrafi – provenienti dal la località ad o inter duas lauros e dai sepolcreti presenti al III miglio della via Labicana già dal I secolo a.C..

La Sala II illustra le modalità costruttive e decorative del mausoleo, ospitando frammenti delle decorazioni interne ed esterne, un’anfora Dressel 20 posta in origine nelle reni della volta e una testa-ritratto riconducibile all’iconografia di Elena, rinvenuta nelle sottostanti catacombe.

 

blank
blank

La Sala III è interamente riservata alle catacombe dei Ss. Marcellino e Pietro, con l’illustrazione dei simboli dell’arte paleocristiana e dei riti della morte in ambito cristiano, la descrizione degli importanti interventi di papa Damaso (366-384 d.C.) sulle tombe dei martiri e l’esposizione di alcuni oggetti di uso quotidiano e di lastre marmoree relative ai loculi.

Al Primo Piano, infine, materiali ceramici databili tra il XII e il XVIII secolo testimoniano la frequentazione del complesso tra l’età medievale e l’età moderna.

Si ringraziano il dott. Rocco Bochicchio e l’arch. Alessandro Mascherucci per i testi

Il quartiere Tor Pignattara prende il nome dalle anfore olearie Dressel 20, dette anche pignatte,inserite nella cupola forse per alleggerirne il peso o agevolarne la solidificazione.

Sguardi di storia

Il racconto di Elena, madre dell’imperatore Costantino, insignita del titolo di Augusta e poi diventata santa.

Prenotazioni

È possibile prenotare la visita guidata alle catacombe e al museo del mausoleo.

Le visite sono indipendenti, l'accesso alle catacombe avviene solo con la stretta supervisione di una guida.

L'ingresso al museo del mausoleo di Sant'Elena è libero.